frangimondi

La pandemia che stiamo vivendo ha rimesso in discussione conoscenze e pratiche che sembravano acquisite, anche alla luce del bisogno di “riconoscere nuovamente quello che davamo per scontato, prendendo atto che alcuni processi hanno travolto i principi” (Clede Maria Garavini, Garante Regionale Infanzia e Adolescenza) e che tanto è accaduto, in una dimensione di pieno e di vuoto.

Porsi domande insieme, parlarsi, cercare di costruire qualcosa nella dimensione del Noi, ascoltarsi con strumenti e in luoghi moltiplicati sono i metodi che ci diamo per costruire collettivamente, come bene pubblico, una scuola di politiche per l’infanzia.

Una scuola di politiche
per l’infanzia e l’adolescenza

Frangimondi, il suo nome, vorrebbe evocare le opere frangiflutti che proteggono i porti e rendono sicuri gli attracchi, ma sono anche i mondi rotti in cui stiamo cercando sensi nuovi e antichi, intrecci buoni per ripartire con una rinnovata sensibilità e competenza. Sempre al plurale, sempre in una moltiplicazione di sguardi, approcci, storie, metodologie, suoni, incontri.

Alberto Manzi richiamava al senso di responsabilità: in primis verso noi stessi, la nostra cultura, i nostri strumenti, le nostre visioni che incidono, toccano, accarezzano la realtà con azioni, relazioni, progetti che trasformano il reale.

La proposta di una scuola, di uno stare “in cerchio” per 11 incontri, con persone e istituzioni che accettano di mettere a disposizione alcune delle cose che hanno imparato per costruire una impossibile cassetta di strumenti che ogni partecipante potrà padroneggiare poi a suo modo.

A chi è diretta


È una scuola per chi opera nel privato sociale ed è chiamato a leggere bisogni e a immaginare opportunità per bambini e bambine.

 

È una scuola per chi lavora nella pubblica amministrazione e nelle istituzioni con ruoli decisori perché da nuove domande possono nascere nuove risposte.

È una scuola per chi lavora in prima linea con bambini, bambine e ragazzi, ma anche per chi decide con quali criteri approvare i progetti.

Obiettivi a medio e lungo termine

  • Rendere maggiormente visibile, all’esterno e all’interno tra i suoi stessi membri, la comunità nazionale che pensa, progetta e realizza attività e progetti per l’infanzia e l’adolescenza.
  • Condividere strumenti, intuizioni, esperienze, relazioni che possono implementare le politiche per l’infanzia e l’adolescenza sui territori locali.
  • Costruire un luogo virtuale cui appartenere, grazie al quale ripensare il proprio lavoro.
  • Provare a tenere una bussola, pur nei continui disorientamenti, per sentirsi insieme, con un atteggiamento di ricerca.
  • Permettere a chiunque di migliorare nel proprio lavoro affinché bambini, bambine e adolescenti possano presto tornare a partecipare in contesti rinnovati e riqualificati.

Perché e come


Rendere presente nello spazio pubblico un luogo in cui parlare e riflettere insieme è necessario a ripartenze responsabili, collettive e coraggiose.

“Se prendiamo decisioni politiche su ciò che vorremmo far esistere nel mondo, dobbiamo pensare all’impossibile.” : lo faremo insieme realizzando un archivio online, un Ideario in cui lasciare spunti, oggetti, domande, materiali, desideri, metodologie.

Come sarebbe se…? Ce lo chiediamo insieme, prima della fine di ogni incontro, anche con 2 esercizi con cui ci aspetteremo tra un mese e l’altro. Esercizi di futuro e di presente, da caricare in un archivio impossibile e necessario allo stesso tempo.

Se saremo un po’ più pronti, un po’ più nuovi, un po’ anche l’Altro potremo rinnovare l’impegno verso i diritti di bambini e bambine.
È pur facile far finta che nessuno possa cambiare niente… ma la sfida di farlo rimane la nostra più grande libertà.